Mala Politica by Tonino Scala

Mala Politica by Tonino Scala

autore:Tonino Scala [Scala, Tonino]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788868720971
editore: Edizioni Cento Autori
pubblicato: 2014-12-14T23:00:00+00:00


CAMORRALAND

Un disastro urbanistico. Uno scempio. Un ammasso di case e cemento, disordinato e opprimente. Terribile e devastante. Che con la stessa forza di un cazzotto nell’occhio ti ferisce, guardando dal finestrino del treno in corsa, appena superata la stazioncina di Falciano-Mondragone-Carinola, o dall’oblò dell’aereo che si ac-cinge ad atterrare a Capodichino.

È il cemento, che a sud del Garigliano è sinonimo di camorra, il vero dramma della provincia di Napoli e di parte di quella di Terra di Lavoro.

Se in Italia il partito delle ruspe e del cemento negli ultimi 15 anni ha edificato tre milioni di ettari di territorio (l’equivalente di Lazio e Abruzzo messi insieme), da noi le cose sono andate un poco peggio. Il processo di cementificazione della periferia di Napoli e dei Comuni limitrofi alla città, è cominciato nel lontano 1972, quando il Comune di Napoli adottò il nuovo piano regolatore che, sostituendo quello del 1939, determinava una paralisi urbanistica. Le direttrici del primo gigantesco esodo urbano conducevano a Scampia, Ponticelli, Pianura e sulla collina dei Camaldoli, dove l’economia abusiva prese ben presto il sopravvento su quella legale, all’epoca tutta targata 167 (la legge sui piani di edilizia economica popolare, approvata nei prima anni sessanta, ma modificata nel 1965 e nel 1971). Sul gigantesco affare, come un rapace piombò la camorra, imponendo il “suo” calcestruzzo e, subito dopo, anche le “sue” imprese. Il fiume di cemento che investì la fascia dei Comuni che fungono da corona a Napoli, poi cominciò ad aggredire anche il comprensorio di confine con la provincia di Caserta. Mentre a Scampia si issavano le prime Vele, ad Afragola cominciava la costruzione del rione Salicelle. Un’infinita teoria di cantieri prese il posto delle campagne che cingevano la strada degli Americani, il nastro d’asfalto che da Casoria corre verso lago Patria e il mare. Quello stesso mare che, quasi tremila anni fa, vide sbarcare i coloni greci che fondarono Cuma.

Villaricca, Giugliano, Melito, Arzano, e gran parte di quei Comuni, che fino a pochi anni prima erano il regno dei cafoni, diventano una sorta di terra promessa per decine di migliaia di famiglie di napoletani alla ricerca di una casa a buon prezzo. La sete di appartamenti è forte. Aumenta la domanda, aumenta l’offerta. Aumentano gli affari della camorra.

La nuova direttrice di crescita segue la linea tracciata dall’Asse mediano, il nuovo anello di strade costruite con i soldi della ricostruzione post-terremoto, che mette in comunicazione Napoli con Caserta e Nola, da un lato, e Villa Literno e il litorale domizio, dall’altro. Nel giro di vent’anni in un’area che occupa non più del 9 per cento della superficie totale della regione, priva di infrastrut-ture e con pochi e scadenti servizi, dove la camorra si è fatta Stato e lo Stato complice del disagio di chi ci vive, si trasferisce più della metà della popolazione della Campania.

Camorraland, la terra dei disservizi e del malessere; quella fascia di territorio che dalla collina dei Camaldoli mira al mare di Castelvolturno, inglobando al suo interno il lago Patria, la foce dei



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